Le condizioni per celebrare la Pasqua
"Facciamo
pure cosí in ciò che spetta ai misteri (eucaristici), senza guardare soltanto
ciò che abbiamo dinanzi a noi, ma tenendo presenti le sue parole. Perché la sua
parola è infallibile ed i nostri sensi sono fallibili. La sua parola non è mai
venuta meno mentre i sensi il piú delle volte si ingannano. Poiché la sua parola
ci dice: Questo è il mio corpo, ubbidiamo e crediamo, e vediamolo con gli
occhi dello spirito. Infatti, Cristo non ci diede nulla di sensibile, ma
piuttosto, per mezzo di cose sensibili, non ci diede altro che cose spirituali.
Cosí nel battesimo, per mezzo di una cosa sensibile, ci si dà il dono
dell`acqua, ma sono spirituali la rinascita e il rinnovamento ivi prodotti. Se
tu fossi incorporeo, ti avrebbe dato soltanto questi doni incorporei; ma poiché
l`anima è unita al corpo, ti offre - per mezzo di cose sensibili - altre
spirituali. Quanti ora dicono: «Vorrei vedere la sua forma, la sua figura, le
sue vesti, i suoi calzari!». Ecco quindi che Lo vedi, Lo tocchi, Lo mangi. Tu
desideri vedere le sue vesti; ma Egli stesso ti si dona, e non solo perché tu lo
veda, ma perché tu lo veda, ma perché lo possa toccare e mangiare e lo riceva
dentro di te. Nessuno, quindi, si avvicini con senso di fastidio, con
tiepidezza; tutti vi giungano pieni di ardore, di fervore e ben desti. Perché se
i giudei, stando in piedi, tenendo i calzari e i bastoni in mano, mangiavano in
fretta, conviene assai di piú che tu sia in guardia. Se essi, infatti, dovevano
recarsi in Palestina, e per questo prendevano la forma di viandanti, tu invece
devi trasferirti in cielo.
E` necessaria quindi una grande vigilanza: il tormento da
cui sono minacciati coloro che comunicano indegnamente non è mediocre Considera
come ti riempi di sdegno contro il traditore e contro quelli che hanno messo in
croce Cristo. Bada bene di non essere anche tu reo del corpo santissimo, ma tu
lo ricevi con l`anima immonda dopo aver ricevuto tanti benefici! Poiché Egli non
si accontentò di farsi uomo, di essere schiaffeggiato e crocefisso, ma si unisce
anche e si intrattiene con noi, e non solo per mezzo della fede, ma in realtà ci
fa suo proprio corpo. Quale genere di purezza deve superare colui che partecipa
a tale sacrificio? Quali raggi di luce da essere sorpassati dalla mano che
spezza questa carne, dalla bocca che si riempie di questo fuoco spirituale,
dalla lingua che si arrossa con questo sangue venerando?
Considera quale onore tanto elevato ti viene reso, di
quale banchetto fai parte. Colui che gli angeli vedono con tremore e, a causa
del suo splendore, non osano guardare in faccia, di Questi noi ci alimentiamo,
con Questi noi ci mescoliamo e diventiamo un solo corpo e carne di Cristo.
Chi può narrare i prodigi del Signore, far risuonare tutta la sua lode? (Sal
105,2). Quale pastore non rnanda al pascolo le sue pecore servendosi dei
suoi servi? Ma che dico, pastore? Vi sono spesse volte delle madri le quali,
dopo aver sofferto i dolori del parto, offrono i loro figli ad altre affinché li
allattino e li educhino. Ma Egli non ha voluto cosí; Egli ci alimenta col suo
sangue e si unisce a noi con tutti i mezzi. Osservalo bene: è nato dalla nostra
stessa sostanza. Ma ciò non appartiene a tutti, dirai. Invece, sí certamente: a
tutti. Perché se è venuto a prendere su di sé la nostra natura, è evidente che è
venuto per tutti. E se per tutti, anche per ognuno di noi.
Ma come mai, mi dirai, non tutti hanno saputo trar
profitto da questo guadagno? Non certamente per colpa di Colui il quale ha
scelto questo in nome di tutti, bensí per colpa di coloro che non hanno voluto.
Con ognuno dei fedeli Egli si unisce e si mescola per mezzo del sacramento, e
coloro che ha generati li alimenta lui stesso e non li affida ad altri, e ti
persuade allo stesso tempo col fatto che Egli ha preso la tua carne. Non
dobbiamo quindi essere pigri, essendo stati giudicati degni di un sì grande
amore ed onore. Non vedete con quale slancio i piccoli si attaccano al petto
della madre, con quale impulso vi applicano le labbra? Avviciniamoci anche noi
con lo stesso slancio a questa mensa, a questo petto e a questo calice
spirituale; e ancora di piú: attiriamo con un impegno piú grande, come fanno i
bimbi che devono essere allattati, la grazia dello Spirito Santo, e non abbiamo
nessuna altra preoccupazione se non quella di non partecipare di questo
alimento. L`Eucaristia non è opera dovuta alla virtù umana. Colui che in quella
cena l`ha portata a compimento è Colui che ancor oggi la sostiene. Noi abbiamo
la funzione di suoi ministri; ma Colui che santifica la offerta e la trasforma è
Lui stesso.
Non vi prenda parte, quindi, nessun Giuda, nessun avaro.
Se qualcuno non è suo discepolo, si ritiri; il sacro banchetto non ammette tali
commensali. Celebro la Pasqua, afferma, con i
miei discepoli (Mt 26,8). Questa è la stessa mensa. Poiché non si può
dire che Cristo abbia preparato quella e l`uomo questa: ambedue sono state
preparate da Cristo. Questa è quel cenacolo in cui allora si trovavano e da cui
si recarono al monte degli; Ulivi. Rechiamoci anche noi verso le mani dei
poveri, perchè sono esse nel monte degli Ulivi. Ulivi piantati nella casa del
Signore, sono la moltitudine dei poveri, i quali distillano l`olio che nell`al
di là ci sarà di utilità, l`olio che avevano le cinque vergini, mentre le altre
cinque perirono perché non seppero prenderlo da qua. Prendiamolo, dunque, ed
entriamo per andar incontro allo Sposo con le lampade splendenti; prendiamolo ed
usciamo da qua con esso. Non vi entri nessuno che sia disumano, nessuno che sia
crudele e senza compassione, nessuno assolutamente che sia macchiato.
Dico questo a voi che comunicate e a voi che amministrate
la comunione. Perché è necessario parlare anche a voi affinché di affinché
distribuiate questi doni con molta diligenza. Non vi viene riservato affatto un
piccolo castigo se, conoscendo le cattiverie di qualcuno, permettete che
partecipi a questo banchetto. Si domanderà conto del suo sangue alle vostre
mani! (cf. Gen 42,22). Anche se si tratta del comandante militare, anche
se si tratta del prefetto, anche se è colui stesso che si cinge il diadema, e si
accosta indegnamente, allontanalo; tu hai un potere piú grande di quello che ha
lui! Se tu avessi ricevuto l`incarico di conservare pura una fonte di acqua per
un gregge, e vedessi una pecora con la bocca piena di fango, non le
permetteresti di abbassarsi sulla corrente e di intorbidirla; e come mai adesso,
che sei incaricato di una fonte non d`acqua, ma di sangue e spirito, e vedendo
avvicinarsi ad essa alcuni che sono macchiati, non di terra e fango, ma di
qualcosa di peggio, il peccato, come mai non ti adiri e non li allontani? Quale
perdono pensi vi sia per te?
Per questo Iddio vi ha distinti con sí grande onore,
affinché voi possiate far la cernita tra i degni e gli indegni. Questa è la
vostra dignità, questa è la vostra sicurezza, questa la vostra corona; e non
passeggiare (per la chiesa) cinti di un bianco e splendente vestito."
(Giovanni Crisostomo, In Matth., 82, 4-6)
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