«Fate questo in memoria di me»
"E
mentre cenavano, prendendo in mano il pane, lo spezzò. Per quale motivo
ha celebrato questo mistero precisamente nel tempo della Pasqua? Affinché tu
scopra in ogni luogo che Lui era il Legislatore dell`Antico Testamento, e che
quanto è in esso contenuto è stato scritto per raffigurare questa realtà. Ed è
per questo motivo che Egli ha collocato la verità al posto della figura. La
sera, per suo conto, significava la pienezza dei tempi, e che gli avvenimenti
erano vicini ormai al loro termine. Egli, inoltre, rende grazie, insegnandoci
così come si deve celebrare questo mistero, dimostrandoci che Egli non cammina
verso la Passione involontariamente, insegnandoci a portar avanti con
gratitudine tutte le nostre sofferenze e proponendoci tante buone speranze.
Poiché se la figura è stata un frutto di libertà da una cosí grande schiavitú,
quanto piú lo sarà la verità che darà libertà a tutta la terra e verrà data per
il bene della nostra natura! Ed è per questo motivo che Egli non ci ha donato il
mistero fino a questo momento, ma soltanto quando le istituzioni legali dovevano
cessare. Egli distrugge infine la principale di tutte le sue feste, trasportando
[i suoi] ad un`altra mensa terribile, ed esclama: Prendete, mangiate: questo
è il mio corpo, il quale viene spezzato per molti (1Cor 11,24).
E come mai, all`udire questo, non ne furono turbati?
Perché già in anticipo Egli aveva loro predetto su tale argomento molte e grandi
cose. Per cui non le ribadisce ora, perché essi avevano già inteso parlare
abbastanza sull`argomento, ma riporta la causa della sua passione, che era la
remissione dei peccati. Egli chiama poi il suo sangue del Nuovo Testamento, vale
a dire, della promessa, dell`annuncio della nuova legge. Infatti, ciò era stato
promesso dai tempi antichi e viene confermato dal Testamento della legge nuova.
E cosi come l`Antico Testamento usava pecore e vitelli, il Nuovo ha il sangue
del Signore. Per questo stesso motivo fa capire che va verso la morte: per
questo fa menzione di Testamento; e fa menzione dell`Antico, perché anch`esso si
era iniziato col sangue.
E ancora una volta accenna alla causa della sua morte.
Il quale [il sangue] sarà effuso per molti per la remissione dei peccati; ed
aggiunge: Fate questo in memoria di me. Vedete come si sta distaccando ed
allontanando dalle usanze giudaiche? Così come quello anteriore - dice ad essi -
lo facevate in memoria delle meraviglie di Egitto, ora fate questo in memoria di
me. Quel sangue era stato effuso a salvezza dei primogeniti: questo invece in
perdono dei peccati di tutto il mondo. Perché questo è il mio sangue -
egli dice - che sarà versato in remissione dei peccati. E parlava in
questo modo, dichiarando così che la passione e la croce sono un mistero, ed
esortando in tale maniera allo stesso tempo i discepoli. E cosí come Mosè ha
detto: Questo [sia] per voi ricordo sempiterno (Es 3,15), così
pure Egli dice: In memoria di me (Lc 22,19) finché io verrò. Per
questo motivo dice ancora: Ho desiderato ardentemente di mangiare questo
agnello pasquale (Lc 22,15); e cioè, consegnarvi delle cose nuove e
donarvi la pasqua, con la quale devo rendervi spirituali.
Di esso [del sangue] ne bevve anche Lui. Infatti,
affinché quelli, nell`udire ciò, non dicessero: «Come mai? Beviamo sangue e
mangiamo carne?» e ne fossero turbati (poiché in realtà, quando Egli parlò di
questo argomento, molti solo all`udire tali parole, ne furono scandalizzati),
Egli - perché non venissero turbati anche ora - è stato il primo a farlo,
invogliandoli tranquillamente alla partecipazione dei misteri. Per tal motivo
bevve Egli stesso il suo proprio sangue. Ma come? dirai. E bisognerà fare anche
quello di prima (quello dell`antica legge)? Niente affatto. Perché Egli ha
detto: Fate questo, precisamente per allontanarci da quello. Infatti, se
questo opera la remissione dei peccati - come in realtà avviene -, quello è
ormai inutile. Cosí, dunque, come succedeva tra i Giudei, vincola ora al mistero
il ricordo del beneficio, chiudendo in tal modo la bocca agli eretici. Perché
quando essi dicono: «Da che cosa si deduce che Cristo è stato immolato?», oltre
ad altre ragioni, chiudiamo le loro labbra per mezzo dei misteri. Poiché se
Cristo non fosse morto, di che cosa sarebbero simbolo i misteri che noi
celebriamo?"
(Giovanni Crisostomo, In Matth., 82, 1)
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